giovedì 28 Marzo 2024
HomeVino & BollicineVinitaly 2023, cosa...

Vinitaly 2023, cosa ha funzionato (e cosa no) e i 10 assaggi più interessanti

Come Sanremo, Vinitaly è sempre Vinitaly. Ecco cosa ha funzionato (e cosa no) alla kermesse veronese, e i nostri 10 assaggi più interessanti

Diciamoci la verità, il Vinitaly è oramai come Sanremo: tutti lo snobbano, ma tutti lo guardano. O meglio, al Vinitaly ci vanno. La kermesse del vino in Italia sta perdendo appeal nei confronti delle altre manifestazioni internazionali di settore in Europa, tra tutte il ProWein a Duesseldorf. Uno dei motivi di questo calo è sicuramente la decisione di aver voluto esportare Vinitaly in altre location estere: Wine South America in Brasile, Vinitaly China (aprile), Wine to Asia (maggio), Vinitaly China Roadshow (settembre) e International Wine Expo a Chicago.

Così facendo i buyer e i potenziali visitatori che sarebbero venuti a Verona preferiscono attendere che la fiera venga fatta più vicina a loro. Perché mai i buyer cinesi dovrebbero venire in massa a Verona, quando il mese successivo hanno la fiera “in casa”? Come in ogni manifestazione ognuno trova comunque sempre aspetti positivi e negativi. Guardiamo assieme cos’ha funzionato e cosa no.

Cosa ha funzionato al Vinitaly 2023

Da un punto di vista di offerta, Vinitaly 2023 ha dato il meglio di sé per quanto riguarda convegni, masterclass e degustazioni. Molte, interessanti, condotte da professionisti di spicco. Questi eventi nell’evento non hanno lasciato spazio a critiche né per qualità, tantomeno per quantità. Hanno impreziosito la manifestazione personaggi importanti del mondo dell’enogastronomia, sport e istituzioni. Le aziende espositrici si sono preparate al meglio per comunicare al pubblico la loro filosofia, la loro storia, tradizione e top di gamma. E’ stato bello parlare con i produttori ed ascoltare i loro aneddoti, le loro vite. Spesso ho trovato nei vari stand le stesse persone che sono in vigna, specialmente nelle aziende più piccole, ed è lì che si è espresso al massimo il vero valore aggiunto del confronto.

Si rinnova l’apertura dei saloni co-located: Sol&Agrifood, il Salone Internazionale dell’Olio EVO e dell’Agroalimentare di Qualità e di Enolitech, il salone Internazionale delle Tecnologie Innovative applicate alla filiera del vino, della birra e dell’olio. Entrambe di grande successo. Come non annoverare la punta di diamante di Vinitaly, Opera Wine, nata nel 2012 dalla collaborazione di Veronafiere e Vinitaly con Wine Spectator. Come dice il nome stesso, OperaWine è l’evento esclusivo che offre agli operatori specializzati di tutto il mondo la possibilità di conoscere i migliori vini italiani. La classifica viene redatta dagli esperti di Wine Spectator che sottopongono a un attento esame visivo e gusto-olfattivo i vini italiani selezionati ed assegnano a ciascuno un punteggio sulla base di diversi criteri. Da questo scrutinio esce l’eccellenza dei produttori italiani, una vetrina che proietta i migliori vini italiani verso l’export sui grandi mercati esteri.

Cosa non ha funzionato al Vinitaly 2023

Primo e secondo giorno, all’apertura della fiera, molti biglietti non sono letti dai tornelli con lettore QR Code, causando ancora più fila, visto che chi già aveva fatto la coda doveva rimettersi in fila nella colonna dell’operatore che col palmare sparava, uno ad uno, i codici dei visitatori. La segnaletica all’interno della fiera e dei padiglioni è assolutamente illogica e non chiara. All’interno dei padiglioni – che dovrebbero essere dedicati ognuno ad una regione – si trovano anche aziende di altre regioni, perché magari l’azienda produce anche in quella regione. Una mappa chiara, facile, logica aiuterebbe i visitatori ad ottimizzare i tempi e, magari, ad incastrare più visite.

Premetto che sono abituato male. Avendo l’accredito stampa, al ProWine ogni addetto ha un parcheggio dedicato con un ingresso e un accesso coperto preferenziale. A Vinitaly non c’è… ovvero, ci sarebbe ed è chiamato fast track. A parte che non è assolutamente fast perché ci passano tutti (stampa, espositori e visitatori) e poi è presente solo all’ingresso principale della fiera, non alle altre entrate. La connessione wi-fi funziona malissimo e solo nelle prime ore del mattino: poi, quando i padiglioni si riempiono di gente, la linea s’intasa e smette di funzionare. Fuori dai padiglioni, non funziona neppure alle prime ore del mattino. Al ProWein, con l’accredito stampa si ha un codice wifi 5G ad alta velocità riservato che consente di lavorare e inviare file, video e materiale in tempo reale, sia nei padiglioni che all’esterno, of course.

L’ultimo giorno di Vinitaly 2023, alle 11 molti espositori stavano già rimettendo bottiglie e materiali negli appositi cartoni per prepararsi alla partenza. La fiera chiudeva alle 16:30, ma c’erano stand completamente vuoti, senza più bottiglie né personale già alle 11. Cosa veramente bruttissima e sanzionabile dall’ente fiera. Figuratevi di essere visitatori (costo biglietto ingresso giornaliero 120 euro) e sentire il rumore del nastro isolante di espositori che stanno sbaraccando e stand già vuoti. Io richiederei immediatamente un rimborso.

Lo stand più bello di Vinitaly 2023

Il mio premio stand più bello della fiera quest’anno va all’azienda Donnafugata che si presenta con uno stand con colori e decorazioni geometriche siciliane firmato Dolce & Gabbana.

I 10 migliori assaggi (random)

La Sbronza, presentata dalla Cantina Dainelli. Un’Ansonica dell’Isola del Giglio in parte macerata ed in parte vinificata a grappolo intero, prodotta da pochi filari che si arrampicano su terrazzamenti a picco sul mare. Nell’etichetta i colori del mare. Vino freschissimo ed insolito.

Il Pretale, presentato dalla cantina Marzocco di Poppiano. 70% Sangiovese, 15% Canaiolo e 15% Cabernet Sauvignon. A fine fermentazione malolattica il vino viene fatto maturare separatamente in botti di rovere francese da 30 hl e barriques per 18 mesi. Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al palato intenso e profondo, ingresso consistente, finale bilanciato.

Trefiano Carmignano D.O.C.G. riserva, presentato dalla cantina Capezzana. Si tratta di un blend di 80% Sangiovese, 10% Cabernet e 10% Canaiolo. Fermentazione malolattica in tonneaux di rovere francese. Di colore rosso rubino intenso. Al naso si presenta elegante e persistenze con note speziate. Al palato strutturato, note di frutti rossi oltre che di spezie.

Roma Doc, presentata dall’azienda agricola Cifero. 100% Malvasia puntinata, abbastanza diffusa nel Lazio anche se le prime origini della sua coltivazione risalgono alla Grecia, più precisamente a Creta. Vino fresco e sapido grazie al clima ed al territorio vulcanico. Colore giallo paglierino scarico. Aromi di fiori di campo, pesca a polpa bianca. Buona struttura, pur facendo solo 12,5 gradi di percentuale alcolica. Caratteristiche le sensazioni ammandorlate tipico dell’uvaggio utilizzato.

Roma Doc rosso riserva presentato da Villa Cavalletti. Stiamo parlando di una delle poche Ville Tuscolane rimaste intatte. Siamo sui castelli romani. Il territorio lavico conferisce un buon corpo a questo interessante vino composto da 80% Montepulciano e 20% Cesanese.

Roma Doc presentata dalla Tenuta Iacoangeli. Bella la storia dei due giovani fratelli che, costretti a lavorare in vigna un’estate a causa di scarsi risultati scolastici, hanno al contrario sviluppato un amore viscerale per la terra e l’azienda di famiglia. Anche loro presentano un’ottima Malvasia puntinata. Qui la gradazione alcolica è più alta, come più alta è la struttura del vino. Siamo a Gensano ed i vigneti sono stati impiantati sulla colata lavica. La brezza del mare fa il resto. Azienda ambasciatrice Enomed per l’UE con Francia per Libano e Tunisia.

Rosato Toscano, presentato dall’azienda agricola Malenchini. Si tratta di Sangiovese in purezza. Al naso spiccano profumi di melograno, pompelmo rosa e frutti rossi. Al palato è morbido e luminoso con piacevole freschezza, in perfetto equilibrio con la sua persistenza aromatica grazie a una delicata nota sapida sul finale

Spumante Marengo presentato dall’azienda Acquesi. Siamo in Piemonte. Colore giallo brillante con riverberi verdognoli. Esprime profumi freschi di mela verde sostenuti da una fine effervescenza.

Chardonnay Friuli Colli Orientali di Augusta Bargilli. 100% Chardonnay si presenta all’esame visivo con un colore giallo paglierino intenso con tonalità oro. Al naso risulta elegante con sentori di fiori bianchi, pesca, vaniglia e miele. Al palato risulta avvolgente e ben strutturato. Buona spinta acido-sapida con sensazioni di burro e nocciola. Finale lungo e persistente.

Riesling presentato da Erste+Neue. Colore giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli. Il sapore è fruttato con marcati sentori di pesca e albicocca. Al palato risulta fresco ed equilibrato. Retrogusto lungo e fine.

Rimani aggiornato: iscriviti!

Stefano Incerti
Stefano Incerti
Classe 1973, milanese di nascita e toscano d'adozione, Interprete e traduttore con cinque lingue all'attivo più l'italiano (madrelingua), viaggia per il mondo da quando aveva 14 anni. Appassionato di fine dining si è seduto al tavolo dei più prestigiosi ristoranti del globo conoscendo chef stellati e celebrity italiane ed internazionali. Nel 2018 crea il suo profilo Instagram @stefanokitchen (perché le sue cene finiscono sempre nella cucina degli chef) ed all'attivo conta più di 500 top restaurants recensiti nel mondo. Collabora come Food Writer per magazine gastronomici e guide ristoranti in Italia ed all’estero e detesta chi non prende la cucina sul serio. Come dice sempre lui, enjoy!

ARTICOLI SIMILI

Da un lato all'altro dell'Italia vinicola, abbiamo selezionato sei importanti bottiglie con cui celebrare l'inizio della primavera

DELLO STESSO AUTORE

Continua a leggere

Elementi a Borgobrufa, la rivoluzione umbra di chef Andrea Impero

Al ristorante stellato Elementi di Borgobrufa, in Umbria, lo chef Andrea Impero propone una cucina che valorizza un ecosistema di 70 aziende

Firenze, la Gelateria della Passera raddoppia: nuovo “lab” per Cinzia Otri

Con il raddoppio degli spazi in piazza della Passera e il nuovo laboratorio poco distante, nell'Oltrarno fiorentino la gelatiera Cinzia Otri avrà ben 40 carapine, la maggior parte delle quali dedicate ai gusti "made in Tuscany"

Spring has come: ecco sei vini per festeggiare l’arrivo della primavera

Da un lato all'altro dell'Italia vinicola, abbiamo selezionato sei importanti bottiglie con cui celebrare l'inizio della primavera