sabato 27 Aprile 2024
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Cucina sempre più rozza: arrivano le “Ricette Ignorantissime” (ed. Carlo Zella)

Dopo le Ricette ignoranti (2019) arrivano le Ricette ignorantissime (ed. Carlo Zella) con altri 112 piatti pesanti e gastronomicamente scorretti, dalle cotenne ripiene alla cipollata della nonna

Avevano iniziato con le ricette ignoranti, poi ci hanno preso gusto e adesso tornano in libreria con le ricette ignorantissime. Se le ricette “ignoranti” sono quelle un po’ rozze, caloriche, spesso piccanti, non adatte ai palati fini, a spostare l’asticella ancora  più in là varcando le frontiere del coraggio in cucina (e a tavola) con quelle “ignorantissime” sono ancora una volta Andrea Gamannossi e Antonio Pagliai, che nel nuovo libro intitolato proprio Ricette ignorantissime (ed. Carlo Zella, pp. 160, euro 13) tornano a sfidare i salutisti e i radical chic pescando a piene mani dalla tradizione toscana.

 

Dopo Ricette ignoranti, che è uscito due anni fa e ha raggiunto le tremila copie, i due autori – il primo scrittore di thriller e gastronomo, il secondo editore di professione ma buongustaio per passione – rincarano la dose con 112 nuovi piatti come il “bordatino”, il fagiano “rivestito”, le cotenne ripiene o la cipollata della nonna. A meno di non essere a dieta, o tifare per quella cucina un po’ anemica che va tanto di moda, non c’è da spaventarsi: sono tutte pietanze espressione di una profonda e antica cultura, cibo che i nostri avi hanno sperimentato e ci hanno tramandato.

Come nel primo caso, “Ricette ignorantissime” è arricchito da indici e da una spassosa introduzione, le ricette sono suddivise per portata e connotate da un punteggio d’ignoranza (da una a sei teste di cinghiale, of course). È inoltre indicata la provincia di provenienza, tenendo conto che alcuni piatti sono esclusivi di una città e dei suoi dintorni, mentre altri attraversano la regione e spesso ne oltrepassano i confini, magari in diverse varianti. A chi ha fiducia nel proprio stomaco e si sente pronto per questa intrigante avventura culinaria, non resta che leggere le ricette e mettersi ai fornelli, per non rischiare di incorrere in qualche surrogato da ristorante.

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Emiliano Wass
Emiliano Wass
Antropologo, docente universitario, consulente editoriale, traduttore e curatore. All'enogastronomia arriva dall'antropologia, convinto che il cibo sia l'unico vero elemento identitario delle persone. Ha svolto lavoro di campo in Messico, occupandosi di diritti e tradizioni indigene. Ha scritto su Finzioni, Doppiozero, Scrivo.me, Distillerie.it.

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