Sulla guida delle Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso la Toscana è risultata la seconda regione più rappresentata (ovviamente dopo la Campania) ma sulla guida dell’Espresso il Granducato si “ferma” a 8 citazioni, contro le 14 del Lazio che sull’altro volume arriva a quota 9
De gustibus non disputandum est. Vale per tutti e per un’infinità di contesti, figuriamoci nel mondo delle guide dove le valutazioni rispondono a una lunga serie di criteri, oggettivi e soggettivi. Per chi si diletta un po’ di statistica, oltre che di gastronomia, può forse essere interessante divertirsi a comparare il modo in cui due delle guide più autorevoli in fatto di pizzerie – il Gambero Rosso e l’Espresso – hanno voluto premiare le pizzerie in Toscana.
Non a caso, come avevamo raccontato qui, nell’ultima edizione della guida Pizzerie d’Italia 2019 del Gambero Rosso la Toscana era risultata la seconda regione più rappresentata, con le sue 12 citazioni tra i “Tre spicchi” (che diventavano 15 con le “Tre rotelle” e le menzioni speciali). Più lontano il Lazio, con 9 locali premiati e tutti nelle categorie della pizza all’italiana e in quella a degustazione. Una classifica che si inverte per la guida dei ristoranti e dei vini dell’Espresso, dove il Granducato si ferma a 8 citazioni contro le 14 del Lazio.
A livello regionale, in Toscana non mancano i ristoranti che hanno incontrato il gradimento degli ispettori di entrambe le guide: è il caso de Le Follie di Romualdo (Firenze), di Giotto (Firenze) e di Battil’Oro Fuochi + Lieviti + Spiriti (Seravezza) per la pizza napoletana e di Apogeo (Pietrasanta), La Divina Pizza (Firenze), Lo Spela (Greve in Chianti) e La Pergola (Radicondoli) per la pizza a pala. Al di là di questi esempi, però, poi i gusti si dividono: l’Espresso premia infatti Da Cecio a Porcari (Lucca) che non compare sul Gambero Rosso, dove invece si piazzano ‘O Scugnizzo (Arezzo), Al Fresco (Firenze), Il Vecchio e il Mare (Firenze) e Kambusa (Massarosa) tra le pizze napoletane e La Ventola (Rosignano Marittimo) tra quelle a pala.
Discorso simile per le nove pizzerie laziali: il Gambero Rosso ha selezionato – pur senza alcun esponente nella categoria “napoletane” – come pizzerie all’italiana Proloco Dol (Roma), La Gatta Mangiona (Roma), Pro Loco Pinciano (Roma), Seu Pizza Illuminati (Roma), Sforno (Roma) e Tonda (Roma), più L’Osteria di Birra del Borgo (Roma), In Fucina (Roma) e Agriturismo Il Casaletto (Viterbo) tra quelle a degustazione. Di queste, sull’Espresso ne figurano 4 (La Gatta Mangiona, Tonda, Seu Pizza Illuminati e L’Osteria di Birra del Borgo) che diventano 5 con le “Tre rotelle” del Pizzarium (Roma), mentre non compaiono sul Gambero Rosso La Pianetta (Fiumicino), La Taverna dei Corsari (Montopoli di Sabina), 180g Pizzeria Romana (Roma), Berberé (Roma), Emma (Roma), Exquisitaly (Roma), Giulietta (Roma), Piccolo Buco (Roma) e Sbanco (Roma).
Insomma, dietro la capitale della pizza si sfidano Toscana e Lazio: la prima è forte di una selezione di giovani talenti arrivati dalla Campania per portare i prodotti d’ispirazione partenopea, mentre la seconda mantiene intatta la tradizione della scuola romana nell’arte bianca. Le due guide, seppur con esiti differenti, hanno sancito che la lotta per la medaglia d’argento sarà per un anno ancora appannaggio di queste due regioni.