domenica 28 Aprile 2024
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La grande abbuffata: un capolavoro da riscoprire, a partire dal menù

Un film provocatorio dove il cibo è protagonista insieme a quattro grandi attori

Quando il film fu presentato al Festival del cinema di Cannes del 1973 venne fischiato alla prima: le scene di sesso e le volgarità scatologiche (come quelle in cui si manifesta il meteorismo di uno dei protagonisti o quella in cui esplode il WC di uno dei bagni della casa inondando di feci la stanza) non furono gradite affatto. Poi fu la volta della scure della censura, che si abbettè sulla pellicola tagliandone ben 17 minuti.

Ma il tempo galantuomo ha reso a La grande abbuffata di Marco Ferreri il suo giusto ruolo di capolavoro: una critica spietata della società dei consumi e dello spreco che non farebbe affatto male riguardare in questo tempi dove tutti parlano di sostenibilità.

Quattro enormi protagonisti: Michel Piccoli, Philippe Noiret, Marcello Mastroianni e il gourmet Ugo Tognazzi, i cui personaggi portano i loro stessi nomi. Ma il vero protagonista è il cibo: come in un thriller che si rispetti, è lui l’assassino, ma a differenza di un thriller noi spettatori lo sappiamo dall’inizio. Infatti i quattro uomini, stanchi della vita per motivi diversi, decidono di rinchiudersi un una villa alle porte di Parigi e di mangiare fino a morire.

Come? In cinque giorni – con Tognazzi come chef – Michel, Philippe, Marcello e Ugo divorano un menù pantagruelico:

  • Ostriche e champagne
  • Crêpes Suzette
  • Rognone alla bourguignonne
  • Maialino arrosto
  • Spiedi di quaglia + galletto
  • Salsiccia e fagioli
  • Capretto alla brace
  • Pizza provenzale
  • Purè di patate “medicamentoso” a basso contenuto di burro
  • Ziti al sugo e pappardelle verdi
  • Tortellini alla panna e funghi
  • Crêpes al Grand Marnier
  • Tacchino al forno e purè di patate
  • Composta di mele
  • Purea di castagne
  • Formaggio e parmigiano
  • Torta di pastafrolla alla frutta
  • Patè di fegati di pollo allo sherry, anatra al porto, oca allo champagne
  • Bavarese alle fragole

La scena in cui Ugo spiega il procedimento per il patè dei tre fegati misti è, nelle parole dello stesso attore, “geniale“.

Al cibo si accompagnano le avventure sessuali dei quattro morituri con tre prostitute e con una maestra elementare capitata per caso nella loro villa. Sarà quest’ultima ad accompagnare ciascuno fino all’ultimo momento, in un certo senso prendendosene cura. Secondo alcuni, alla critica del consumismo il regista Ferreri ha voluto aggiungere il ruolo salvifico del femminile proprio attraverso la figura della maestra Andrea.

La grande abbuffata è tornato disponibile nella sua versione originale, senza tagli, e restaurata, solo nel 2019, in DVD e Blue-Ray.

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Emiliano Wass
Emiliano Wass
Antropologo, docente universitario, consulente editoriale, traduttore e curatore. All'enogastronomia arriva dall'antropologia, convinto che il cibo sia l'unico vero elemento identitario delle persone. Ha svolto lavoro di campo in Messico, occupandosi di diritti e tradizioni indigene. Ha scritto su Finzioni, Doppiozero, Scrivo.me, Distillerie.it.

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