La gara ha visto confrontarsi ben 14 colombe: sul podio salgono anche Marisa (Scandicci) e Gabriele Vannucci, pastry chef della Leggenda dei Frati
Di colomba artigianale a Firenze avevamo scritto qui, appena pochi giorni fa e all’avvicinarsi della Pasqua 2021, ma l’occasione era troppo ghiotta – metaforicamente e in senso letterale – per non tornare sull’argomento con un plus di dettagli. Sopratutto perché gli organizzatori del contest sulla schiacciata alla fiorentina hanno lanciato la prima gara dedicata al dolce pasquale, in collaborazione con Leonardo Romanelli. Ed eccoci quindi in giuria ad assaggiare e valutare 14 colombe provenienti dai forni di pasticcerie di Firenze e dintorni.
Nella trattoria “Casa della Nella” in piazza Ghiberti c’erano forni “puri” come Andrea (Compiobbi), Antica Bottega del pane (via Fra Bartolommeo), Bottega di Pasticceria (lungarno Ferrucci), Buonamici (via dell’Orto), Giorgio (via Duccio da Boninsegna), I dolci di Massimo (piazza Gualfredotto da Milano), Marcello (viale Europa), Marisa (Scandicci), Rigacci (Cerbaia), Vintage (via Ponte alle Mosse). Inoltre, una gelateria come Badiani (viale dei Mille) e le creazioni di pizzaioli come Mario Cipriano e Marco Manzi (insieme allo chef Rocco De Santis e alla di lui pasticciera Francesca Benedettelli), o il pastry chef Gabriele Vannucci.
Il risultato è stato pressoché unanime: per la pasqua 201 a Firenze la giuria composta dai critici e giornalisti Leonardo Romanelli, Stefano Tesi e lo scrivente, lo chef Stefano Frassineti, la cuoca e scrittrice Luisanna Messeri e il padrone di casa Massimo Cortini ha premiato con una targa ricordo la pasticceria Rigacci ’48 di Cerbaia, davanti a Marisa (ha partecipato il locale di Scandicci, non quello di via Circondaria) e al pastry chef presso lo stellato La Leggenda dei Frati.
In generale, alcune considerazioni sparse sulle colombe per la Pasqua 2021 a Firenze: fuori dal podio, ma ben apprezzate dal gusto di chi scrive, sono state le colombe artigianali di Giorgio, di Marcello e quella di Marco Manzi. Considerando un criterio di valutazione da 1 a 5 e la presenza di 6 giurati, è significativo che alla “sufficienza” (paragonabile a un 18/30 di accademica memoria) siano arrivate appena 6 colombe su 14. Ciò non significa che le altre fossero di qualità non sufficiente, per carità, ma che – al netto di qualche imperfezione sulla lievitazione o sull’impasto – una buona metà si allontanava dal topos ideale della colomba artigianale tradizionale perché magari un po’ secche, “pandorose” o poco profumate.