Da marzo lo chef Diego Poli non sarà più ai fornelli del ristorante Filippo, a Pietrasanta (Lucca): è il primo passo di una serie di cambiamenti che a breve porteranno il patron Filippo Di Bartola a guidare un locale più pop e meno gourmet
Ha il sapore di una rivoluzione, di un’inversione di tendenza, di un cambio di strategia o di un ritorno al passato: al di là della semantica, nella scelta di Filippo Di Bartola di far “cambiare pelle” al suo ristorante a Pietrasanta c’è una serie di motivi, alla fine tutti riconducibili al classico tema – di cui avevamo parlato qui – del trovare un buon equilibro tra il mantenere la sostenibilità economica venendo al contempo incontro alle richieste della clientela.
Come prima e diretta conseguenza, si registra la fine del rapporto con lo chef Diego Poli, giovane pietrasantino nato professionalmente come pasticcere e diventato a stretto giro chef di mano piuttosto felice, almeno a giudizio di chi scrive. Al suo ritorno dall’estero, a fine febbraio, Diego non tornerà nel locale che l’ha visto emergere e affermarsi. Anche perché, in fondo, sarà proprio il locale a non esserci più. O quantomeno – conferma Filippo – non più come il pubblico della Versilia l’ha conosciuto finora.
Già, perché nel caso del locale di via Eugenio Barsanti non si può parlare di un “semplice” avvicendamento tra chef, quanto piuttosto di un cambio radicale di strategia in cui è la figura stessa di uno chef contemporaneo a non trovare più spazio. Come l’imprenditore stesso conferma, dopo due stagioni all’insegna di una cucina gourmet, di intuizioni sperimentali e di posizionamento su una fascia di servizio alta, Filippo Di Bartola ha infatti deciso di puntare su uno stile meno formale e più pop, meno gourmet e più vicino a quella tradizione e alla semplicità che evidentemente erano richieste dagli avventori della Versilia. Un percorso che, se coinciderà con uno scontrino medio più basso, non andrà a inficiare la qualità che per Filippo è sempre stato un imperativo. Resta da capire cosa succederà al cocktail bar e al locale che oggi ospita la Brigata, ma il tempo non manca.